Nel contesto attuale, la sostenibilità non è più un elemento accessorio, ma un fattore strategico cruciale per il successo delle imprese. Le aziende sono chiamate a conciliarsi con le aspettative di una molteplicità di stakeholder: non solo gli azionisti, ma anche dipendenti, clienti, comunità locali, istituzioni e l’ambiente stesso.
Per affrontare questa sfida in modo credibile e strutturato, le organizzazioni hanno bisogno di strumenti affidabili che permettano di misurare, monitorare e comunicare le proprie performance ESG.
Leggi l’articolo e scopri chi sono i soggetti che più spesso richiedono la compilazione di moduli e questionari ESG e quali sono le difficoltà nel fornire questi dati in maniera accurata. Scopri inoltre come fare per ottimizzare il processo di gestione in modo da massimizzare le probabilità di ottenere una certificazione, un rating o aderire a un’iniziativa.
Cominciamo!
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Chi sono i soggetti che richiedono maggiormente dati in ambito ESG?
Nel panorama attuale, sempre più organizzazioni e istituzioni richiedono alle aziende di fornire dati strutturati, completi e verificabili in ambito ESG.
Queste richieste possono arrivare da attori molto diversi tra loro, ognuno con obiettivi specifici ma accomunati dalla necessità di valutare la sostenibilità delle imprese in modo trasparente e affidabile.
Ecco i principali soggetti che possono richiedere una compilazione di dati ESG:
1. Banche e istituti finanziari
Le banche stanno integrando i criteri ESG nei processi di concessione del credito e di valutazione del rischio. Sempre più frequentemente, prima di concedere un finanziamento o di rinegoziare condizioni contrattuali, chiedono all’azienda di dimostrare la propria esposizione (o resilienza) a rischi ambientali, sociali e di governance. Una rendicontazione ESG solida può significare accesso facilitato al credito e condizioni più favorevoli.
2. Clienti e partner commerciali
Soprattutto nelle filiere complesse, i grandi committenti, sia pubblici che privati, pretendono da fornitori e subappaltatori garanzie sulla sostenibilità delle attività. Questo vale in modo particolare nei settori manifatturiero, alimentare, moda e logistica. In molti casi, il mancato invio di dati ESG strutturati può significare esclusione da gare, collaborazioni o contratti quadro.
3. Bandi e incentivi pubblici
Molti bandi nazionali e internazionali, in particolare quelli collegati a fondi europei (come il PNRR), richiedono obbligatoriamente la compilazione di indicatori ESG. A volte i criteri di sostenibilità sono utilizzati per determinare l’ammissibilità della candidatura, altre volte come elemento premiante. In entrambi i casi, la disponibilità di dati ESG aggiornati può fare la differenza tra vincere o perdere un’opportunità.
4. Enti di certificazione e sistemi di rating
Chi desidera ottenere certificazioni di sostenibilità (come ISO 14001, SA8000, B Corp, ecc.) o aderire a sistemi di rating ESG (CDP o Ecovadis) deve affrontare una fase preliminare di raccolta e compilazione di dati strutturati. Questi enti utilizzano checklist, audit e questionari per verificare la conformità ai requisiti richiesti, spesso su base annuale.
5. Investitori istituzionali e fondi ESG
Sempre più fondi di investimento orientano le loro scelte in base alla performance ESG delle aziende. Per essere prese in considerazione, le imprese devono fornire dati trasparenti e confrontabili che permettano di valutarne l’impatto ambientale, sociale e di governance. Questo vale sia per le società quotate che per le PMI, specie se in cerca di capitali o operazioni di M&A.
6. Auditor e consulenti esterni
Durante attività di due diligence, valutazioni di rischio o percorsi di sostenibilità guidata, anche auditor indipendenti e società di consulenza possono richiedere accesso diretto ai dati ESG. La disponibilità di un sistema di raccolta strutturato e aggiornato semplifica notevolmente questo passaggio, aumentando l’efficienza e riducendo il rischio di errori.
7. Autorità pubbliche e regolatori
Con l’entrata in vigore di normative come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), le aziende sono chiamate a rendicontare pubblicamente le proprie performance ESG. Le autorità di vigilanza possono quindi richiedere dati dettagliati e confrontabili, secondo formati standardizzati, per verificare la conformità normativa e prevenire fenomeni di greenwashing.
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Perchè gestire i dati ESG non è un lavoro semplice
Fornire informazioni accurate, coerenti e verificabili è il primo passo per ottenere una valutazione ESG solida e credibile.
Compilare documenti relativi alle tematiche ESG in modo superficiale o approssimativo può infatti compromettere la qualità di una valutazione, influenzando negativamente il punteggio di un rating assegnato all’azienda o compromettendo la possibilità di ottenere una certificazione. Questo potrebbe anche minare la reputazione stessa dell’azienda presso stakeholder, investitori e clienti.
Ma se da fuori può sembrare un semplice esercizio di rendicontazione, nella pratica compilare documenti nell’ambito ESG è un lavoro tutt’altro che banale.
Il problema non risiede solo nella quantità di dati richiesti o nella necessità di fornire risposte puntuali e verificabili.
La vera complessità nasce dalla frammentazione del processo: ogni ente o organismo di certificazione utilizza documentazioni differenti, con formati, metriche e criteri propri. Questo significa che ogni volta che un’azienda vuole ottenere una certificazione nel campo della sostenibilità si trova a ripartire sostanzialmente da zero, anche quando le informazioni di base sono simili.
Questa eterogeneità ha un costo. In molti casi, le aziende finiscono per spendere settimane nella raccolta e nella verifica di dati già disponibili, con il rischio concreto di incorrere in errori, incongruenze o omissioni involontarie.
Questa incoerenza può generare dubbi sulla credibilità dell’azienda, rallentare i processi decisionali degli stakeholder e, in alcuni casi, compromettere l’accesso a opportunità di finanziamento o collaborazione.
Comprendere queste difficoltà è il primo passo per affrontarle in modo strutturato.
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Come fornire dati ESG in modo efficace
Fornire dati in ambito ESG in modo efficace e corretto non è un’attività da affrontare con leggerezza: richiede metodo, rigore e competenze specifiche.
Per ottenere il massimo valore da questo processo, è fondamentale seguire alcune buone pratiche. Vediamo quali sono.
1. Fornire dati accurati e completi
Le informazioni fornite devono essere precise, verificabili e aggiornate. Evitare lacune o risposte generiche è essenziale per dimostrare trasparenza e solidità. Ogni dato dichiarato deve essere supportato da evidenze documentali e da una raccolta strutturata delle fonti interne.
2. Coinvolgere competenze specialistiche
I soggetti che richiedono questi dati coprono ambiti diversi tra loro e richiedono dati su tematiche spesso molto differenti, dalle emissioni di CO₂ alla parità di genere, dalla governance alla supply chain. È importante coinvolgere figure professionali esperte nei rispettivi settori. A seconda della complessità, può essere utile affidarsi anche a consulenti esterni o a partner specializzati in sostenibilità.
3. Garantire coerenza e comparabilità nel tempo
Uno degli obiettivi nel fornire dati ESG è anche quello di monitorare l’evoluzione delle performance aziendali. Per questo motivo è importante assicurare la continuità e la coerenza dei dati forniti da un anno all’altro, adottando metodologie di raccolta standardizzate e criteri uniformi.

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Choral: la piattaforma di Up2You per la gestione automatica dei tuoi dati ESG
Dopo aver visto quanto possa essere complesso e dispendioso fornire dati ESG in modo accurato, è chiaro quanto le aziende abbiano bisogno di strumenti strutturati e intelligenti per gestire in modo efficace i propri dati di sostenibilità.
È proprio da questa esigenza che Choral, la piattaforma proprietaria di Up2You, è stata implementata per poter semplificare e automatizzare la gestione dei dati ESG.
Con Choral, ogni organizzazione può creare un database centralizzato per raccogliere, organizzare e mantenere aggiornate tutte le informazioni legate alla sostenibilità. In questo modo si spreca molto tempo in meno, si riducono gli errori, si mantiene una coerenza nel tempo e una maggiore capacità di rispondere rapidamente e con precisione alle richieste dei diversi stakeholder.
Compilazione automatica dei questionari e moduli ESG
Grazie ai dati raccolti all’interno della piattaforma, con Choral sarà possibile compilare in maniera automatica i moduli per poter ottenere una certificazione, un rating, partecipare ad un'iniziativa o rispondere alle richieste di informazioni da parte di stakeholder.
Con Choral potrai:
- caricare il questionario ESG ricevuto da enti certificatori, clienti, banche, fornitori o investitori direttamente sulla piattaforma;
- sfruttare l’intelligenza artificiale di Choral che, insieme al supporto di un consulente esperto, compila il questionario utilizzando le informazioni già presenti sulla piattaforma relative alla tua azienda;
- scaricare il documento compilato con tutte le risposte verificate da uno dei consulti di Up2You;
- completare facilmente il tuo questionario ESG, risparmiando tempo e riducendo il rischio di errori o incongruenze.
Un processo che prima poteva durare giorni, o addirittura settimane, viene così semplificato e accelerato in poche ore.
Analisi preliminare per certificazioni e rating ESG
Nel caso in cui l'azienda si trovasse ad uno stadio preliminare e volesse comprendere il proprio posizionamento o livello rispetto alla possibilità di ottenere certificazioni o rating, è possibile sfruttare la piattaforma anche per ottenere un'analisi preliminare ESG.
Vediamo quali sono i passaggi che è possibile fare con Choral:
- richiedi un’analisi preliminare direttamente dalla piattaforma, per valutare le possibilità di ottenere una certificazione come B Corp, un rating come Ecovadis o aderire a un'iniziativa come SBTi;
- ricevi un report personalizzato che evidenzia punti di forza, criticità e margini di miglioramento in relazione ai requisiti specifici;
- utilizza il report per sviluppare una strategia mirata, focalizzata su ciò che serve davvero per raggiungere la certificazione, il rating o per aderire all’iniziativa in questione.
Grazie a questa funzione, le aziende possono muoversi in modo più consapevole e strategico, evitando sorprese durante l’audit e massimizzando le possibilità di successo.