Rating ESG: cosa sono e perché bisogna separare consulenza e valutazione

In questo articolo
Cos’è il rating ESG
Quali sono i principali rating ESG
Chi emette i rating di sostenibilità
Regolamento UE 2024/3005: trasparenza e integrità delle attività di rating ESG
I 3 motivi per cui è importante separare la consulenza della valutazione ESG
Come Up2You può supportare la tua azienda nel ricevere un rating ESG imparziale e affidabile
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Scritto da
Andrea Fumero
Aggiornato al
13.6.2025

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Cos’è il rating ESG


Il rating ESG è uno strumento che misura quanto un’organizzazione è sostenibile e responsabile sul piano ambientale, sociale e di governance. In altre parole, valuta il modo in cui un’impresa gestisce il proprio impatto sul pianeta, sulle persone e sulla propria struttura interna.

L’acronimo ESG sta per Environmental, Social and Governance e rappresenta una lente attraverso cui è possibile osservare le performance di un’impresa andando oltre i soli risultati economici. Al giorno d'oggi, l'analisi del solo bilancio economico non è più sufficiente. Che si tratti di investitori, consumatori o partner commerciali, l'interesse si sta spostando verso l'impegno a promuovere una sostenibilità aziendale.

I rating ESG nascono proprio per rispondere a questa esigenza.

Questi offrono un sistema strutturato di valutazione che assegna un punteggio alle aziende sulla base del loro impegno e delle azioni concrete in ambito ambientale (per esempio, gestione delle risorse e riduzione delle emissioni), sociale (condizioni di lavoro, inclusività, diritti umani) e di governance (trasparenza, etica, qualità della leadership).

Negli ultimi anni, questi rating stanno assumendo un ruolo sempre più centrale. Sono uno strumento prezioso per gli investitori che vogliono orientare le proprie scelte verso realtà sostenibili, ma anche per i consumatori e le aziende che desiderano creare filiere più etiche e responsabili.

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Quali sono i principali rating ESG


A differenza delle certificazioni, che attestano la conformità a uno standard preciso, i rating ESG offrono una valutazione comparativa delle performance aziendali in ambito ambientale, sociale e di governance. Non si limitano a dire se un’azienda è conforme ad un certo standard, ma mostrano quanto e come sta progredendo lungo il percorso della sostenibilità.

Vediamo quali sono gli strumenti di valutazione principali.

EcoVadis
EcoVadis si basa su standard internazionali come GRI, la UNGC (United Nations Global Compact) e vari standard ISO quali la ISO 14001 o la ISO 26000. Esso valuta la sostenibilità delle imprese attraverso quattro macro-aree: ambiente, etica, condizioni di lavoro e acquisti sostenibili. Ogni azienda riceve un punteggio su una scala da 0 a 100, utile per misurare le proprie performance e dimostrare ai partner commerciali il proprio impegno concreto lungo la supply chain.

CDP (Carbon Disclosure Project)
Il CDP è una delle piattaforme più utilizzate a livello globale per la rendicontazione ambientale. Valuta la trasparenza e la qualità delle azioni intraprese dalle aziende su tre aree critiche: cambiamento climatico, gestione delle risorse idriche e deforestazione. Il punteggio non viene assegnato complessivamente, ma separato per ogni area, incoraggiando le imprese ad affrontare le proprie vulnerabilità ambientali con strategie misurabili.

Spesso tra i rating di sostenibilità viene anche considerata erroneamente la certificazione B corp, siccome per ottenerla era necessario ottenere un punteggio minimo nel BIA (B Impact Assesment) di 80/100.

Nel 2025 sono però usciti dei nuovi standard secondo cui la certificazione non viene più rilasciata sulla base di un punteggio, ma rispondendo ad una serie di requisiti minimi su 7 argomenti di impatto. Se un’azienda rispetta questi requisiti può diventare B Corp, non dovendo più basare l’ottenimento della certificazione sulla base di un punteggio, come avviene per i rating ESG.

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Chi emette i rating di sostenibilità


I rating ESG vengono elaborati da agenzie specializzate che valutano la maturità e l’impegno delle organizzazioni rispetto ai criteri ambientali, sociali e di governance. Queste agenzie analizzano una grande quantità di informazioni, spesso raccolte attraverso standard e framework condivisi, per trasformarle in un punteggio che descrive il livello di sostenibilità di un’impresa.

Ogni agenzia ha il proprio metodo di analisi basato su fonti diverse, come report di sostenibilità, dati pubblici, questionari o audit interni, e su modelli di calcolo personalizzati. Le differenze riguardano sia i dati raccolti, sia il peso attribuito a ciascuna componente ESG, per cui lo stesso soggetto può ricevere valutazioni diverse a seconda dell’ente che effettua l’analisi.

Tra i principali attori in questo ambito troviamo:

  • CDP (Carbon Disclosure Project);
  • MSCI ESG Ratings;
  • Sustainalytics;
  • EcoVadis.

Questi operatori giocano un ruolo sempre più importante nel guidare le scelte strategiche di investitori, clienti e partner, contribuendo a rendere la sostenibilità un elemento concreto e misurabile all’interno del mondo economico.

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Regolamento UE 2024/3005: trasparenza e integrità delle attività di rating ESG


Il 12 dicembre 2024 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento (UE) 2024/3005, una tappa fondamentale per garantire maggiore chiarezza e affidabilità nel mondo dei rating ESG. Il testo è entrato in vigore con un periodo transitorio il 1° gennaio 2025, mentre l’applicazione effettiva avverrà a partire dal 2 luglio 2026.

Il regolamento nasce con l’obiettivo di rafforzare la trasparenza, l’integrità e la qualità delle valutazioni ambientali, sociali e di governance.

Questa nuova normativa rappresenta un tassello chiave nell’ambito dell’agenda europea per la finanza sostenibile. L’obiettivo è quello di costruire un mercato più solido e coerente, contrastando il greenwashing e tutelando consumatori e investitori.

Le nuove regole si applicano a tutti i fornitori di rating ESG che operano nel mercato europeo, in particolare a chi:

  • pubblica valutazioni ESG online o le distribuisce tramite abbonamento a soggetti finanziari regolamentati;

  • fornisce rating dall’estero, ma li utilizza all’interno dell’Unione Europea per guidare decisioni aziendali o pubbliche.

Restano esclusi i rating ESG interni o a uso esclusivamente privato.

Chi opera nell’UE dovrà ottenere un’apposita autorizzazione dall’ESMA, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, e sottostare alla sua vigilanza. Saranno obbligatori requisiti di trasparenza su metodologie, dati utilizzati e criteri di valutazione, per rendere il processo di attribuzione del punteggio chiaro e tracciabile.

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I 3 motivi per cui è importante separare la consulenza della valutazione ESG


Tra le novità più significative del regolamento c’è anche il principio di separazione tra le attività commerciali e quelle di rating. Nel percorso verso una sostenibilità autentica, la distinzione tra chi accompagna le aziende nel miglioramento delle proprie performance ESG e chi ne valuta il risultato finale è fondamentale.

Ecco perché mantenere separate consulenza e rating è così importante.

1. Evitare conflitti di interesse

Quando lo stesso soggetto fornisce sia il supporto consulenziale che il rating ESG, si crea un evidente conflitto di interesse. Chi ha guidato un’azienda nel percorso di miglioramento ha inevitabilmente un incentivo a dimostrare che quel lavoro ha dato buoni risultati. Il rischio è quello di ottenere un rating distorto, troppo indulgente o poco attendibile, che perde valore agli occhi del mercato.

2. Garantire indipendenza e conformità

L’indipendenza di chi valuta è un principio cardine per assicurare la qualità e la trasparenza dei rating ESG. Le normative europee, come il Regolamento UE 2024/3005, richiedono esplicitamente che le attività di valutazione siano libere da qualsiasi legame commerciale con il soggetto valutato. Chi offre consulenza e poi assegna il punteggio non solo perde autorevolezza, ma rischia anche di non essere conforme alle regole del mercato europeo.

3. Preservare la credibilità e prevenire il greenwashing

Un rating ESG poco indipendente può facilmente trasformarsi in uno strumento di facciata. Quando la valutazione appare “costruita su misura”, perde efficacia e si presta a pratiche di greenwashing. Questo non solo compromette la reputazione dell’azienda, ma riduce la fiducia da parte di stakeholder fondamentali: investitori, clienti, partner e istituzioni.

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