Negli ultimi giorni il quadro normativo europeo in materia di sostenibilità è stato interessato da diverse novità rilevanti.
Il Parlamento europeo ha infatti approvato una serie di aggiornamenti che incidono direttamente su obblighi, perimetro di applicazione e tempistiche di alcune delle principali normative in ambito ESG: nello specifico il pacchetto Omnibus I e il regolamento EUDR.
Questi cambiamenti mirano alla semplificazione, ma richiedono alle imprese un’attenta rilettura delle regole del gioco.
Pacchetto Omnibus I: meno obblighi, più tempo per adeguarsi
Il Parlamento europeo ha approvato la riformulazione del pacchetto Omnibus I, il provvedimento che semplifica in modo significativo le regole UE su rendicontazione di sostenibilità (CSRD) e dovere di diligenza (CS3D). Il voto segna un passaggio chiave: le norme interesseranno meno imprese, con obblighi più mirati e tempistiche più distese, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la competitività europea senza abbandonare il percorso verso la sostenibilità.
Sul fronte CSRD, l’obbligo di rendicontazione scatterà solo per le imprese con sede nell’UE che superano i 1.000 dipendenti e i 450 milioni di euro di fatturato annuo, e per le imprese extra-UE con oltre 450 milioni di euro di fatturato nell’Unione (incluse succursali e controllate sopra i 200 milioni). Le aziende sotto i 1.000 dipendenti non dovranno più fornire informazioni aggiuntive rispetto ai regimi volontari (VSME) e la rendicontazione settoriale diventa facoltativa. Confermati anche gli slittamenti temporali già introdotti con lo “Stop-the-clock”: chi avrebbe dovuto rendicontare nel 2026 lo farà nel 2028 sui dati 2027, mentre le PMI quotate entreranno nel 2029 sui dati 2028.
Anche la CS3D viene ridimensionata: il dovere di diligenza riguarderà solo le imprese di grandi dimensioni, con oltre 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato annuo (o lo stesso fatturato nell’UE per le imprese non europee). Vengono alleggeriti alcuni obblighi, come i piani di transizione, mentre restano le sanzioni per chi non si adegua correttamente, che potranno arrivare fino al 3% del fatturato mondiale. La direttiva entrerà in vigore per tutte le imprese interessate il 26 luglio 2029.
L’accordo raggiunto dovrà ora essere formalmente approvato anche dal Consiglio. Dopo la firma dei Presidenti di Parlamento e Consiglio, il testo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Un passaggio che ridisegna il perimetro della sostenibilità regolata in Europa e che, per molte imprese, apre una nuova fase: meno burocrazia, ma la stessa responsabilità di prepararsi per tempo.
Regolamento EUDR: confermato il rinvio di un anno
Accanto al pacchetto Omnibus I, il Parlamento europeo ha confermato anche importanti modifiche al regolamento EUDR (European Union Deforestation Regulation).
L’applicazione del regolamento viene ufficialmente rinviata:
- 30 dicembre 2026 per le grandi imprese e per tutti gli operatori non PMI
- 30 giugno 2027 per micro e piccole imprese.
Oltre al rinvio delle scadenze, viene introdotta una semplificazione degli obblighi legati al Due Diligence Statement (DDS): l’onere principale ricadrà infatti esclusivamente sul primo operatore che immette la merce sul mercato UE. Gli operatori a valle e i commercianti dovranno quindi limitarsi a raccogliere e conservare il numero di riferimento della DDS iniziale, senza l’obbligo di trasmetterlo lungo la filiera. Un intervento che riduce il carico burocratico, ma che allo stesso tempo ridefinisce responsabilità e ruoli lungo la catena del valore, rendendo ancora più centrale la corretta identificazione degli obblighi applicabili a ciascun operatore.










