CBAM: cos’è il Carbon Border Adjustment Mechanism e come funziona

In questo articolo
Cos’è il CBAM?
Quando entra in vigore il CBAM?
Come funziona il CBAM: entriamo nel dettaglio delle 2 fasi
Quali sono le merci soggette al CBAM?
Dichiarazione CBAM: in cosa consiste
Aggiornamento 2025: novità dal pacchetto Omnibus e primi solleciti alle imprese
Come possiamo aiutare la tua azienda a essere conforme al CBAM
scritta CBAM su sfondo blu sopra una rappresentazione grafica della tassa sull'importazione in Europa
Scritto da
Andrea Fumero
Aggiornato al
30.5.2025

{summary#bullet-1}

Cos’è il CBAM?


Il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) è il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, introdotto dall'Unione europea per affrontare le emissioni di gas serra associate all'importazione di beni.

In altre parole, si tratta di una tassa sul carbonio imposta ai beni importati dai Paesi extra UE, per evitare il fenomeno del carbon leakage, cioè lo spostamento della produzione verso Paesi con normative meno rigide in termini di emissioni.

Continua a leggere e scopri come funziona il meccanismo CBAM, quali beni rientrano nel suo ambito di applicazione, chi è tenuto a presentare la dichiarazione ambientale e, soprattutto, come evitare solleciti (e sanzioni) da parte del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

A cosa serve il regolamento CBAM?


Il CBAM ha l'obiettivo di garantire che i beni importati nell'UE rispettino standard ambientali analoghi a quelli richiesti ai produttori europei. In questo modo:

  • promuove una concorrenza leale tra produttori interni ed esterni;
  • incentiva l'adozione di pratiche sostenibili nei Paesi esportatori;
  • sostiene l’impegno dell’UE verso la neutralità climatica entro il 2050.

Grafica che rappresenta il funzionamento del CBAM e la tassa sull'importazione

{summary#bullet-2}

Quando entra in vigore il CBAM?


Il regolamento CBAM è entrato in vigore il 1° ottobre 2023, e da questa data è iniziato un primo periodo transitorio che terminerà il 31 dicembre 2025.

In questa prima fase non vengono ancora imposte le tasse sul carbonio, ma gli importatori sono obbligati a fornire informazioni sulle quantità dei prodotti in entrata soggetti al CBAM.

Dal 1° gennaio 2026, inizierà invece la fase definitiva, e gli importatori saranno tenuti a pagare i certificati CBAM. La prima dichiarazione CBAM, relativa alle merci importate nell'anno civile 2026, dovrà essere presentata entro il 31 maggio 2027.

{summary#bullet-3}

Come funziona il CBAM: entriamo nel dettaglio delle 2 fasi

Prima fase CBAM (2023-2025): periodo di transizione

  1. Obbligo di reportistica

    • Dal 1° ottobre 2023, le aziende importatrici devono iniziare a monitorare e comunicare le emissioni (dirette e indirette) incorporate nei beni importati.

    • Non ci sono costi aggiuntivi, ma è fondamentale prepararsi a integrare i dati nei sistemi aziendali.

  1. Registrazione

    • Le aziende devono registrarsi nel portale ufficiale CBAM Registry per ottenere il proprio account. Questo consente loro di accedere ai requisiti di dichiarazione e caricare i dati richiesti.

      A questo link trovi il pdf con le istruzioni per l’accesso all’applicazione “CBAM Registry” della Commissione Europea.

Fase definitiva (dal 2026 in poi): entrata in vigore del meccanismo CBAM completo

  1. Obbligo di acquisto dei certificati CBAM

    • Dal 2026, le aziende dovranno acquistare certificati CBAM che riflettono il contenuto di carbonio dei beni importati.

    • Il prezzo dei certificati è calcolato in base al prezzo medio delle quote EU ETS espresso in €/tonnellata.

  1. Calcolo delle emissioni incorporate

    • Le aziende devono fornire una stima precisa delle emissioni prodotte durante l’intero ciclo di vita dei beni.

    • Se il Paese esportatore ha un sistema di tassazione del carbonio, il CBAM permette di dedurre i costi già sostenuti.

  1. Adempimenti annuali

    • Entro il 31 maggio di ogni anno (anno successivo a quello di rendicontazione), gli importatori devono presentare una dichiarazione dettagliata sulle emissioni incorporate nelle loro importazioni, e acquistare i certificati necessari per coprire le emissioni dichiarate.

Ragazza di fronte a dei container che controlla la dichiarazione CBAM

{summary#bullet-4}

Quali sono le merci soggette al CBAM?


In questa prima fase, il regolamento si applica solo a un numero ristretto di merci, caratterizzate da una produzione ad alta intensità di carbonio:

  • cemento;
  • acciaio e ferro;
  • alluminio;
  • fertilizzanti;
  • energia elettrica;
  • idrogeno.

L’elenco potrebbe essere ampliato in futuro per includere altre categorie.

CBAM vs ETS: quali sono le differenze


Abbiamo visto che il prezzo dei certificati è calcolato in base al prezzo medio delle quote EU ETS. Ma cos’è l’ETS? E cosa c’entra col CBAM? Facciamo un breve recap.

  • L’ETS è il sistema “cap&trade” per lo scambio delle quote di emissione dell’UE; riguarda i produttori europei, obbligandoli ad acquistare quote per le emissioni prodotte.

  • Il CBAM, invece, impone un costo equivalente sulle emissioni incorporate nei beni importati.

{summary#bullet-5}

Dichiarazione CBAM: in cosa consiste


La dichiarazione CBAM deve contenere:

  • il quantitativo totale di ciascun tipo di merci importato nell'anno civile precedente, espresso in MWh (megawattora) per l'energia elettrica e in tonnellate per le altre merci;
  • le emissioni totali incorporate nelle merci, espresse in tonnellate di emissioni di CO2 equivalente (per megawattora o per tonnellata in base a che si tratti di energia elettrica o altre merci);
  • il numero totale di certificati CBAM da restituire, corrispondenti alle emissioni totali dichiarate incorporate nelle merci;
  • il prezzo da pagare nel Paese di origine per le emissioni incorporate nelle merci importate;
  • le copie delle relazioni di verifica, rilasciate dal verificatore accreditato.

Chi deve fare la dichiarazione CBAM e quali sono le sanzioni?


La dichiarazione CBAM è obbligatoria per gli importatori di merci coperte dal meccanismo. Le aziende devono registrarsi nel portale ufficiale, fornire un resoconto delle emissioni incorporate nei prodotti importati e acquistare i certificati necessari.

Per ottenere la qualifica di dichiarante CBAM autorizzato occorre presentare una domanda all'autorità competente dello stato membro.

Dichiarazioni CBAM incomplete o inesatte possono comportare sanzioni rilevanti, che variano da 10 a 50 euro per ogni tonnellata di CO₂ non dichiarata.

Le autorità nazionali competenti, in Italia il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), valuteranno con attenzione l’effettivo impegno degli importatori nella raccolta dei dati, tenendo conto anche degli sforzi ripetuti e delle eventuali azioni correttive intraprese.

{summary#bullet-6}

Aggiornamento 2025: novità dal pacchetto Omnibus e primi solleciti alle imprese


A febbraio 2025, la Commissione Europea ha presentato il Pacchetto Omnibus, un’iniziativa pensata per semplificare e armonizzare le direttive UE in materia di sostenibilità. L’obiettivo è quello di trovare un equilibrio tra le ambizioni del Green Deal e la competitività del mercato europeo.

Tra le norme interessate dal pacchetto rientra anche il CBAM, la cui proposta di modifica prevede di limitare le aziende soggette, includendo solamente quelle che importano almeno 50 tonnellate all'anno di uno dei beni previsti.


Nel mese di maggio dello stesso anno, il Parlamento Europeo ha approvato la proposta presentata dalla Commissione UE. Ora spetta ai governi nazionali recepire quanto stabilito dal Parlamento, integrandolo nei rispettivi ordinamenti giuridici.

Nonostante le modifiche in corso, il meccanismo è pienamente operativo e le verifiche sono in corso.

Attualmente siamo nella periodo transitorio, che va dal 2023 al 2025, in cui le imprese non sono ancora tenute ad acquistare certificati CBAM, ma devono comunque rispettare l’obbligo di inviare ogni trimestre una relazione che riporti:

  • le quantità e le categorie di beni importati;
  • le emissioni incorporate, sia dirette che indirette;
  • l’eventuale costo del carbonio già sostenuto nel Paese di origine.

Fino al 31 luglio 2024 era possibile utilizzare approcci semplificati o valori predefiniti. Oggi, invece, è richiesto l’impiego di metodologie ufficialmente riconosciute, in grado di garantire la tracciabilità completa e l’affidabilità dei dati comunicati.

Proprio per questo motivo il MASE ha già avviato i controlli basati sul primo trimestre del 2025, trasmettendo solleciti formali a diverse aziende italiane.

Questi sviluppi confermano che il CBAM non è più una prospettiva futura, ma una realtà concreta. Le imprese devono quindi confrontarsi sin da ora, adottando sistemi di rendicontazione solidi e conformi alle nuove regole europee per evitare verifiche ispettive, sanzioni e ricadute reputazionali.

Esempio di sollecito ricevuto dal mase
Come possiamo aiutare la tua azienda a essere conforme al CBAM

Grazie alle nostre tecnologie e alla consulenza specializzata, supportiamo le aziende in ogni aspetto del percorso di sostenibilità. La tua azienda è soggetta al meccanismo CBAM? Ecco come possiamo aiutarti.

  • Calcolo della carbon footprint di organizzazione e di prodotto: con la nostra piattaforma di calcolo, validata da RINA, raccogliamo e analizziamo i dati relativi alle emissioni.

  • Monitoraggio e strategia: monitoriamo le emissioni e costruiamo strategie di riduzione allineate agli standard internazionali.
  • Supporto nella dichiarazione: aiutiamo la tua azienda nell’elaborazione della reportistica in adempimento al CBAM e ti supportiamo nelle diverse fasi della dichiarazione.
Contattaci!
Contattaci!