Gestire i dati ESG nei fondi di private equity: come farlo in modo facile e veloce

In questo articolo
Perchè gestire i dati ESG delle partecipate non è un lavoro semplice
Assessment ESG: come avere una visione completa del portafoglio
Perchè creare un database ESG unico e aggiornato
CliMax e Choral: le piattaforme di Up2You per la gestione automatica dei tuoi dati ESG
Semplifica le gestione dei dati ESG grazie alle piattaforme di Up2You
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Aggiornato al
16.10.2025

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Perchè gestire i dati ESG delle partecipate non è un lavoro semplice


Nel panorama della finanza sostenibile, i fondi di private equity si trovano oggi di fronte a una nuova sfida: gestire e valorizzare la grande quantità di dati ESG (Environmental, Social, Governance) che proviene dalle proprie società partecipate.

Se la conformità normativa rappresenta ormai un requisito imprescindibile, il vero passo avanti consiste nel trasformare la raccolta dei dati di sostenibilità in un processo strutturato, comparabile e strategico.

La qualità e la coerenza di queste informazioni sono elementi centrali per garantire una rendicontazione credibile e trasparente, capace di riflettere in modo realistico l’impatto complessivo del portafoglio.

Tuttavia, nella pratica, la gestione dei dati ESG presenta ancora numerose complessità.

Le società partecipate operano in settori diversi, hanno dimensioni e livelli di maturità differenti, utilizzano strumenti eterogenei e spesso non dispongono di sistemi interni dedicati alla misurazione delle performance ambientali, sociali e di governance.

Ne deriva un flusso di informazioni ampio ma frammentato, difficile da uniformare e da consolidare in modo efficiente. Per i gestori dei fondi questo significa affrontare non solo un carico operativo rilevante, ma anche il rischio di incoerenze nei report ESG e di una perdita di valore informativo lungo la catena di raccolta dei dati.

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Assessment ESG: come avere una visione completa del portafoglio


Per i fondi di private equity, una gestione efficace dei dati ESG inizia fin dal primo momento in cui una società entra a far parte del portafoglio. Avere un processo strutturato di assessment ESG consente infatti di costruire una fotografia chiara, oggettiva e comparabile delle performance di sostenibilità delle partecipate, ponendo le basi per un monitoraggio coerente nel tempo.

L’assessment rappresenta molto più di un adempimento preliminare: è uno strumento strategico che permette di identificare punti di forza, rischi e aree di miglioramento, e di orientare in modo informato le decisioni d’investimento. In questo senso, la due diligence ESG diventa una componente imprescindibile del processo di analisi e selezione, da integrare in tutte le fasi della gestione del fondo.

Vediamo quali sono le principali tipologie di due diligence da prendere in considerazione.

  • DD ESG (Environmental, Social & Governance): Analisi dei rischi ESG e benchmark rispetto agli standard di settore, utile per valutare il grado di maturità della società e individuare gap rispetto alle best practice.
  • DD CC (Climate & Carbon): Valutazione dei rischi climatici e calcolo della carbon footprint della società target, elementi essenziali per stimare la resilienza del business ai cambiamenti ambientali e regolatori.
  • DD Impact: Analisi dell’impatto sociale e ambientale generato dall’azienda, con particolare attenzione agli effetti positivi e alle opportunità di valore sostenibile.
  • DD HSE (Health, Safety & Environment): Valutazione dei rischi ambientali e di sicurezza, spesso integrata con audit sul campo, red flag report o sopralluoghi tecnici, anche in collaborazione con partner specializzati.

Attraverso queste analisi, i fondi possono:

  • individuare con chiarezza i gap ESG e definire piani di miglioramento concreti;
  • creare una base di dati comparabile tra le diverse partecipate, utile per il monitoraggio e la reportistica consolidata;
  • favorire decisioni d’investimento più consapevoli, allineate alla strategia ESG e agli obiettivi di sostenibilità complessiva del fondo.

In definitiva, l’assessment ESG non è solo un passaggio tecnico, ma il punto di partenza per costruire una gestione strutturata e credibile della sostenibilità a livello di portafoglio. È grazie a questo approccio che i fondi possono coniugare la due diligence finanziaria con quella ambientale e sociale, rafforzando la propria capacità di creare valore nel lungo periodo.

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Perchè creare un database ESG unico e aggiornato


Uno dei principali ostacoli nella gestione della sostenibilità per i fondi di private equity risiede nella frammentazione dei dati ESG provenienti dalle società partecipate.

Ogni azienda, infatti, utilizza metriche, strumenti e formati differenti per la raccolta e la comunicazione delle proprie informazioni non finanziarie. A questa eterogeneità si aggiunge spesso la mancanza di standard condivisi, che rende complesso il confronto tra realtà diverse e la creazione di un quadro complessivo coerente a livello di portafoglio.

Le criticità più comuni riguardano:

  • questionari ESG non uniformi, spesso compilati in modo disomogeneo o con gradi diversi di approfondimento;
  • assenza di standard di riferimento, che rende difficile allineare le metriche ai principali framework di rendicontazione;
  • complessità nel consolidamento dei dati, soprattutto quando le partecipate operano in settori o Paesi diversi e utilizzano piattaforme non compatibili tra loro.

Per superare queste barriere, i fondi devono dotarsi di un sistema di raccolta e gestione che consenta di centralizzare le informazioni ESG in un database unico e aggiornato, capace di aggregare i dati provenienti dalle singole partecipate in modo coerente, verificabile e confrontabile. Un archivio strutturato non rappresenta solo un supporto operativo per la rendicontazione, ma diventa il fulcro di un ecosistema informativo integrato, in grado di restituire una visione dinamica e comparativa della sostenibilità del portafoglio.

Una volta costruita questa base dati solida, il passo successivo è attivare un monitoraggio periodico delle performance ESG. Attraverso processi automatizzati e indicatori predefiniti, il fondo può osservare nel tempo l’evoluzione dei parametri di sostenibilità e misurare in modo oggettivo i progressi realizzati dalle proprie partecipate.

I principali vantaggi di un monitoraggio strutturato e automatizzato sono:

  • tracciamento continuo dei progressi, con la possibilità di identificare trend e criticità emergenti;
  • aggiornamento costante degli indicatori ESG, grazie a sistemi di raccolta periodica e validazione automatica dei dati;
  • allineamento con i framework internazionali come ESRS, GRI e SASB, che garantisce coerenza e comparabilità a livello europeo e globale.


I benefici per il fondo sono tangibili:

  • riduzione dei tempi di reporting, grazie a processi standardizzati e dati sempre aggiornati;
  • coerenza e verificabilità delle informazioni, fondamentali per rispondere alle richieste degli investitori e delle autorità di vigilanza;
  • maggiore trasparenza e affidabilità, che rafforzano la reputazione del fondo e consolidano la fiducia degli stakeholder.

In questo modo, la gestione dei dati ESG evolve da un’attività puramente operativa a una leva strategica per migliorare la qualità delle decisioni, misurare l’impatto del portafoglio e comunicare in modo chiaro i risultati raggiunti sul fronte della sostenibilità.

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CliMax e Choral: le piattaforme di Up2You per la gestione automatica dei tuoi dati ESG


Gestire in modo efficace la sostenibilità di un portafoglio di società partecipate richiede competenze tecniche, capacità di analisi e strumenti digitali adeguati. È qui che Up2You si posiziona come un partner strategico per i fondi di private equity, offrendo soluzioni integrate che semplificano la gestione dei dati ESG e trasformano la complessità normativa in un processo fluido, trasparente e orientato ai risultati.

Grazie alle sue piattaforme proprietarie, Choral e CliMax, Up2You consente ai fondi di:

  • centralizzare la raccolta dei dati ESG in un unico ambiente digitale, riducendo le inefficienze e migliorando la qualità delle informazioni;
  • monitorare in modo continuo le performance di sostenibilità delle partecipate, attraverso dashboard e indicatori allineati ai principali framework internazionali (ESRS, GRI, SASB, SFDR);
  • semplificare la rendicontazione ESG e garantire la coerenza con i requisiti normativi europei, dalla SFDR alla CSRD, fino alla Tassonomia UE;
  • adattare gli indicatori e i modelli di analisi alle specifiche esigenze del fondo, creando un sistema di misurazione flessibile e su misura.

Un altro aspetto fondamentale è la possibilità di disporre di reportistica, KPI e dashboard uniformi per tutte le società partecipate. Avere un unico schema di indicatori consente al fondo di confrontare in modo efficace le performance ESG delle diverse aziende del portafoglio, garantendo coerenza, trasparenza e facilità di analisi.

Il valore aggiunto di Up2You non risiede però soltanto nella tecnologia, ma nella capacità di accompagnare i gestori lungo tutto il percorso ESG grazie ad un team di esperti, dal primo assessment alla creazione di un linguaggio condiviso di sostenibilità tra fondo e partecipate.

In un contesto in cui la trasparenza e la qualità dei dati sono elementi sempre più determinanti per attrarre capitali e consolidare la fiducia degli stakeholder, le soluzioni di Up2You permettono ai fondi di private equity di passare da una gestione frammentata e reattiva a una governance ESG strutturata e proattiva.

Semplifica le gestione dei dati ESG grazie alle piattaforme di Up2You

Con il supporto del nostro team e delle piattaforme proprietarie Choral e CliMax, Up2You ti aiuta a semplificare e potenziare la gestione dei dati ESG del tuo fondo.

Con noi potrai centralizzare le informazioni provenienti dalle società partecipate, validarle automaticamente e monitorare l’evoluzione delle performance ESG nel tempo. Grazie ai dati già presenti in piattaforma potrai velocizzare la raccolta e l’analisi delle informazioni, riducendo tempi e complessità operative.

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