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Dichiarazioni ambientali, green claim e certificazioni: facciamo chiarezza
Per capire come comunicare in modo corretto il proprio impegno di sostenibilità, è importante definire innanzitutto che cos’è un green claim (o dichiarazione ambientale): si tratta di un’asserzione di sostenibilità che può comparire su un prodotto, sul suo imballaggio o su materiale promozionale; può essere espressa come testo, simbolo o immagine, e divulgata su supporti cartacei, digitali o elettronici, allo scopo di differenziare il prodotto per le sue performance in ambito ambientale.
Anche la narrazione di un prodotto, e quindi ciò che lascia intendere, è un claim etico: per esempio, se per raccontare un prodotto vengono utilizzati immagini di luoghi incontaminati, facendo intendere che è lì che viene realizzato, questa è a tutti gli effetti un’asserzione e non solo un elemento grafico. Se l'azienda ha sviluppato un proprio logo di sostenibilità, anche questa è una dichiarazione ambientale e come tutte dovrà rispondere a determinati requisiti.
Le asserzioni si differenziano in primis tra:
- obbligatorie, come ad esempio le etichette energetiche degli elettrodomestici;
- volontarie, dove è l’impresa a decidere se impegnarsi all’adesione di un requisito stabilito.
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Dichiarazioni ambientali volontarie: i 3 sottogruppi
All’interno delle dichiarazioni volontarie troviamo altri 3 sottogruppi:
- i rating systems, soggetti che valutano le performance di sostenibilità di un’impresa sulla base di criteri propri a cui le aziende possono sottoporsi attraverso una survey; ne sono un esempio le società di rating ESG come Ecovadis o organizzazioni come CDP;

- le iniziative, che non forniscono alcuna certificazione, ma garantiscono l’impegno verso gli obiettivi posti dall’iniziativa per l’azienda che le sottoscrive; tra le tante troviamo SBTi, UN Global Compact e Climate Neutral Now;

- le certificazioni, dichiarazioni effettuate a seguito di un processo stabilito e riconosciuto di verifica. Possono assumere la forma di etichette, per fornire al consumatore o alla consumatrice informazioni chiare, sintetiche e trasparenti rispetto alle prestazioni ambientali di un prodotto, un servizio o un’organizzazione. Tra gli schemi di certificazione troviamo B Corp, PAS 2060 ed etichette come la EU Ecolabel ed EPD.

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Etichette ambientali: quali sono?
Attualmente, in Italia, i claim di sostenibilità non sono regolamentati a livello legislativo, a meno che non sfocino nella frode. Di fatto la norma ISO è l’unica a stabilire i criteri di correttezza formale, e dunque la sola che definisce cosa può essere considerato greenwashing e cosa no. Per questo motivo è fondamentale conoscere tale norma e i 3 differenti tipi di etichette ambientali volontarie che regolamenta.
- ISO 14024: consente di distinguere prodotti e servizi di consumo sul mercato attraverso la valutazione delle loro caratteristiche ambientali e prestazionali. Viene attribuita da un ente indipendente.
- ISO 14025: valuta gli impatti associati al ciclo di vita (LCA) dei prodotti, così da poterli confrontare all’interno del mercato. Viene attribuita da un ente indipendente.
- ISO 14021: definisce il perimetro delle autodichiarazioni con lo scopo di informare sui singoli aspetti che caratterizzano un prodotto o un servizio.

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Come si utilizza una dichiarazione ambientale?
Le autodichiarazioni possono essere riportate tramite pubblicità, canali di comunicazione aziendali o anche su etichette e imballaggi, e si presentano principalmente in tre modi:
- asserzioni o dichiarazioni pubbliche;
- simboli e immagini;
- grafici.
In tutti questi casi, come abbiamo visto, non vi è l’obbligo di sottostare a uno schema specifico, ma di seguire principi e divieti regolati dalla ISO 14021. L’intento della norma è di “promuovere la domanda e l’offerta di quei servizi in grado di causare minor danno all’ambiente, contribuendo così a stimolare un processo di miglioramento ambientale continuo guidato dal mercato”.
Per concretizzare questo obiettivo, la norma definisce 7 principi chiave che ogni dichiarazione ambientale deve rispettare. Li trovi nella nostra guida completa, scaricala gratuitamente cliccando il link qui sotto!
E non è tutto: abbiamo voluto darti dei casi pratici e concreti per capire come NON comunicare i tuoi traguardi di sostenibilità! Ecco perché all’interno della nostra guida gratuita abbiamo riportato 5 casi reali di grosse aziende che hanno formulato in modo errato i propri green claim, con le rispettive conseguenze.
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La nuova direttiva europea sulle dichiarazioni ambientali
Nonostante la presenza di norme dedicate alle dichiarazioni ambientali, il rischio di incappare in pratiche commerciali ingannevoli è ancora molto presente. Per questo motivo l’UE ha deciso di stabilire requisiti applicabili alle aziende che operano sul mercato europeo per la comunicazione delle caratteristiche ambientali tra imprese e consumatori.
La decisione di creare un quadro normativo per le dichiarazioni ambientali rientra in un progetto più ampio che l’UE ha intrapreso da qualche anno. In questo senso il primo importante passo è stato il Green Deal Europeo, la strategia di sviluppo adottata nel 2019 che si impegna al raggiungimento di due obiettivi:
- ridurre di almeno il 55% le emissioni GHG rispetto al 1990, entro il 2030;
- raggiungere la neutralità climatica europea entro il 2050.
Per raggiungere questi traguardi è stato adottato nel 2020 il Circular Economy Action Plan, un piano per accompagnare il sistema produttivo europeo verso un paradigma a ridotta pressione sulle risorse naturali e per contrastare la perdita di biodiversità.
Inoltre, è stata formulata la proposta per una nuova direttiva sui green claim, che si impegna a definire criteri comuni contro il greenwashing, posizionandosi quindi come un ulteriore strumento nel raggiungimento degli obiettivi stabiliti. La proposta riguarda dichiarazioni volontarie relative a impatti, aspetti o prestazioni ambientali che vengono comunicati attraverso autodichiarazioni, certificazioni ed etichette relative a prodotti o organizzazioni.
L’obiettivo della direttiva è quello di garantire a consumatori e consumatrici informazioni affidabili, comparabili e verificabili, che consentano loro di prendere decisioni consapevoli, riducendo il rischio di greenwashing.
All’interno della nostra guida completa abbiamo riassunto i requisiti minimi, i divieti e gli obblighi presenti nella nuova proposta della direttiva sull’utilizzo delle dichiarazioni ambientali, per aiutarti a comunicare in modo sicuro e corretto i tuoi risultati e il tuo impegno per l’ambiente.
Troverai anche i 7 principi chiave che ogni dichiarazione ambientale deve rispettare, 5 casi reali di aziende che hanno usato in modo inappropriato i green claim e molto altro.
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