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Cos’è la relazione di impatto
La relazione di impatto è un documento ufficiale che per legge ogni Società Benefit è tenuta a redigere e pubblicare annualmente, in allegato al bilancio d’esercizio. Si tratta di uno strumento di trasparenza e rendicontazione che descrive in modo chiaro e verificabile le azioni intraprese per perseguire le finalità di beneficio comune, così come definite nello statuto societario.
Il concetto di benefit corporation nasce negli Stati Uniti: il primo stato a introdurre questa forma giuridica è stato il Maryland nel 2010, seguito negli anni successivi da molti altri stati americani. L’Italia ha riconosciuto ufficialmente la forma di Società Benefit nel gennaio 2016 con Legge 208/2015, diventando il secondo stato al mondo ad adottare questa innovazione giuridica.
A differenza delle imprese tradizionali, orientate principalmente alla massimizzazione del profitto per gli azionisti, le Società Benefit si distinguono per l’integrazione formale nel proprio oggetto sociale di obiettivi ambientali e sociali. Questo si riflette anche nelle pratiche di rendicontazione, che non possono limitarsi ai soli risultati economici, ma devono includere l’impatto generato sul piano sociale e ambientale.
La relazione di impatto risponde a quanto stabilito dall’articolo 5 della legge sulle società benefit, che ne definisce i contenuti minimi obbligatori:
- la descrizione degli obiettivi di beneficio comune, delle modalità adottate e delle azioni concrete messe in atto per perseguirli;
- la valutazione dell’impatto generato, effettuata attraverso l’utilizzo di uno standard di misurazione esterno, credibile e trasparente (come il Benefit Impact Assessment);
- gli obiettivi per l’anno successivo, con l’indicazione delle aree di miglioramento e delle strategie previste;
- la pubblicazione della relazione sul sito web aziendale, qualora presente, per renderla accessibile a tutti gli stakeholder.
La relazione di impatto non è però solamente un adempimento normativo: rappresenta un momento cruciale di riflessione strategica. È uno strumento che permette all’azienda di verificare la coerenza tra mission, azioni e risultati, rafforzando la propria identità e l’allineamento tra le attività operative e gli impatti generati.
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Cosa contiene una relazione di impatto
La relazione di impatto è un documento che fotografa in modo trasparente e strutturato l’identità di una Società Benefit, raccontando il suo impegno concreto nel generare valore per la società e per l’ambiente.
Per redigerla è necessario svolgere un lavoro di analisi profonda, che parta dai valori fondanti dell’impresa per arrivare alle azioni reali compiute nel corso dell’anno.
La relazione si apre con la descrizione delle finalità di beneficio comune, ovvero ciò che l’azienda intende perseguire oltre al profitto. È importante spiegare cosa significhi, nello specifico contesto aziendale, contribuire al bene comune, definendo con chiarezza gli obiettivi sociali e ambientali inseriti nello statuto.
Segue la rendicontazione delle attività svolte: il documento deve dare conto delle azioni concrete messe in campo per raggiungere tali obiettivi, includendo anche eventuali difficoltà incontrate lungo il percorso. Si tratta quindi di quantificare gli sforzi fatti, raccontando in modo esaustivo le iniziative legate al core business, le politiche verso i dipendenti, i progetti a favore dell’ambiente o della comunità.
Ad esempio, se l’obiettivo è la decarbonizzazione, potranno essere evidenziate azioni come la riduzione degli sprechi, la promozione della mobilità sostenibile o la partecipazione a programmi di riforestazione.
Elemento centrale della relazione è la valutazione dell’impatto generato. Questa deve essere effettuata attraverso uno standard di misurazione esterno, oggettivo e riconosciuto, che analizzi la performance dell’azienda in almeno 4 aree fondamentali.
- Governance: grado di trasparenza e responsabilità nella gestione aziendale, attenzione alla missione sociale, coinvolgimento degli stakeholder, chiarezza delle politiche adottate.
- Lavoratori: qualità delle relazioni interne, retribuzioni, benefit, opportunità di crescita, benessere organizzativo, flessibilità e sicurezza.
- Stakeholder esterni: relazioni con fornitori, comunità locali e territorio, iniziative di volontariato, donazioni e attività culturali.
- Ambiente: impatti ambientali lungo il ciclo di vita dei prodotti o servizi, dall’uso delle risorse e dell’energia fino alla logistica, al consumo e al fine vita.
Infine, la relazione si completa con la definizione degli obiettivi futuri, cioè i traguardi che la società intende perseguire nell’anno successivo. Questa parte non ha solo valore informativo, ma diventa la base su cui costruire l’impegno di lungo periodo e attivare percorsi di miglioramento continuo.
Accanto a questi elementi obbligatori, la relazione può includere anche una serie di pratiche virtuose che riflettono l’identità dell’impresa e il suo impatto positivo sulla collettività. Tra questi, ad esempio: codice etico aziendale, attività di volontariato, corsi di formazione, iniziative di team building, regolamenti di smart working, eventi aperti al pubblico e piani di incentivazione sostenibili.

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5 step per redigere una relazione di impatto
1. Definizione della metodologia e degli obiettivi di impatto
La redazione della relazione di impatto comincia con l’identificazione delle aree in cui l’azienda genera valore, definendo con precisione gli obiettivi di beneficio comune e il loro allineamento con la strategia aziendale.
In questa fase è importante distinguere tra beneficiari diretti, che ricevono un impatto immediato dalle attività, e beneficiari indiretti, che ne trarranno vantaggio nel lungo periodo.
Per una definizione efficace delle priorità, è utile combinare un approccio top-down, ispirato a framework globali come gli SDGs dell’ONU, con un approccio bottom-up, che prevede l’ascolto attivo degli stakeholder e la valorizzazione delle risorse interne.
2. Analisi della Impact Value Chain e mappatura degli impatti
Una volta definiti gli obiettivi, si passa alla mappatura degli impatti attraverso la Impact Value Chain. Questo modello consente di identificare e mettere in relazione 4 elementi chiave:
- input, le risorse investite (tempo, capitale umano, materiali, competenze);
- attività, le azioni intraprese per generare impatto;
- output, i risultati immediati e tangibili delle attività;
- outcome, i cambiamenti generati a livello sociale e ambientale.
Per ogni area d’impatto, è necessario individuare un set di KPI quantitativi e qualitativi in grado di misurare con precisione gli output e gli outcome, rendendo leggibili e comparabili i risultati.
3. Raccolta e monitoraggio dei dati
Terminata la fase di mappatura, l’azienda deve procedere con la raccolta e il monitoraggio dei dati, coinvolgendo stakeholder interni ed esterni.
Questa fase ha l’obiettivo di costruire una base informativa solida, utile sia per la rendicontazione sia per la valutazione dei risultati.
L’utilizzo di strumenti digitali e piattaforme di data collection consente un monitoraggio più efficiente e continuo, migliorando l’accuratezza delle misurazioni e facilitando l’analisi degli impatti generati.
4. Strutturazione della relazione di impatto
A questo punto, si procede con la redazione vera e propria della relazione. Il documento deve essere strutturato in modo chiaro, accessibile e conforme alle linee guida normative, in particolare all’Allegato 4 dell’Art. 1, comma 378 della Legge sulle Società Benefit.
La relazione dovrebbe contenere:
- i KPI relativi agli output e agli outcome, rappresentati tramite tabelle, grafici o dashboard visive;
- la descrizione delle metodologie utilizzate per la misurazione e valutazione dell’impatto;
- una sezione dedicata all’analisi critica dei risultati raggiunti e delle eventuali difficoltà incontrate;
- la sintesi degli impatti generati e l’identificazione delle aree di miglioramento;
- se disponibile, l’inserimento della valutazione del BIA (Benefit Impact Assessment) come ulteriore strumento di trasparenza e credibilità.
5. Miglioramento continuo e revisione degli impatti
L’ultimo step consiste in una riflessione approfondita sui risultati ottenuti, finalizzata all’ottimizzazione delle strategie future.
La relazione di impatto non deve essere vista solo come un esercizio di rendicontazione, ma come un processo ciclico di apprendimento, utile a rafforzare l’allineamento tra visione, operatività e impatto.
Analizzare criticità, confrontarsi con i feedback degli stakeholder e aggiornare gli obiettivi permette di trasformare la relazione in uno strumento dinamico di crescita e innovazione. Solo così potrà rappresentare una leva concreta per il cambiamento sostenibile.
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I 7 vantaggi nel diventare una società benefit
Adottare lo status giuridico di Società Benefit significa intraprendere un percorso ambizioso di trasformazione dell’identità aziendale, capace di coniugare redditività economica e impatto positivo sulla società e sull’ambiente.
Ma al di là dell’impegno valoriale, diventare una Società Benefit comporta anche vantaggi concreti che interessano ogni livello dell’organizzazione: dal management agli azionisti, dai dipendenti agli investitori, fino ai clienti.
Vediamo quali sono.
1. Miglioramento della reputazione e leadership valoriale
Essere riconosciuti come Società Benefit rafforza la reputazione dell’impresa, comunicando un impegno autentico verso la sostenibilità aziendale e il bene comune. In un mercato sempre più sensibile alle tematiche ambientali, sociali ed etiche, questa scelta posiziona l’azienda tra i leader di una nuova economia responsabile.
2. Attrazione e fidelizzazione dei talenti
Le nuove generazioni di lavoratori, in particolare Millennials e Gen Z, sono sempre più motivate da scopi che vanno oltre il profitto. Diventare Società Benefit consente all’azienda di dimostrare un impegno legale e concreto nel generare un impatto positivo, rendendola più attrattiva per talenti motivati e riducendo il turnover.
3. Accesso facilitato al capitale e agli investimenti a impatto
Le Società Benefit offrono agli investitori maggiori garanzie rispetto alla coerenza e alla continuità della mission aziendale. Questo vale in particolare per gli impact investor, che cercano opportunità allineate con i propri valori, ma anche per i fondi di venture capital e le piattaforme di investimento responsabile.
4. Ridefinizione delle responsabilità del management
La forma giuridica di Società Benefit consente agli amministratori di bilanciare legittimamente gli obiettivi economici con quelli di impatto, proteggendoli anche in situazioni complesse come una vendita o una quotazione in borsa. Si tratta di una garanzia che tutela la missione nel lungo periodo e permette decisioni più sostenibili, senza il timore di essere vincolati esclusivamente alla massimizzazione del profitto per gli azionisti.
5. Protezione della missione aziendale nel tempo
Le Società Benefit introducono un vincolo legale alla propria finalità sociale e ambientale, tutelandola anche nei momenti di transizione o cambiamento. Questa caratteristica è particolarmente rilevante per le aziende quotate o in procinto di attrarre capitali retail, offrendo una forma di protezione contro la pressione del breve termine che spesso caratterizza i mercati finanziari.
6. Stimolo all’innovazione e alla crescita sostenibile
Integrare l’impatto positivo nella strategia d’impresa stimola la ricerca di nuove soluzioni, modelli di business e prodotti. Le Società Benefit, per loro natura, devono interrogarsi costantemente sulle conseguenze delle proprie attività e questo porta, in molti casi, a un vantaggio competitivo in termini di creatività, adattabilità e visione a lungo termine.
7. Potenziali vantaggi fiscali e normativi
In alcuni contesti legislativi, le Società Benefit possono accedere a incentivi pubblici, bandi dedicati o agevolazioni fiscali, che premiano le imprese orientate alla sostenibilità e al valore condiviso. Sebbene in Italia il quadro normativo sia in evoluzione, questo trend è in crescita e rappresenta un ulteriore incentivo per adottare questa forma giuridica.

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Un esempio concreto: la relazione di impatto di Up2You
Come Società Benefit e B Corp certificata, Up2You si impegna ogni giorno per generare un impatto positivo misurabile e duraturo. La nostra relazione di impatto è lo strumento con cui rendiamo conto di questo impegno, in modo trasparente e strutturato, nei confronti di tutti i nostri stakeholder.
Il metodo che abbiamo adottato per valutare il nostro impatto si basa sulla teoria del cambiamento e sull’ascolto attivo degli stakeholder chiave: il top management, i collaboratori e i clienti.
A partire da questi elementi, abbiamo costruito la nostra impact value chain, individuando con chiarezza le connessioni tra le attività che svolgiamo e i cambiamenti che intendiamo generare, sia a livello ambientale che sociale. Per ogni obiettivo, abbiamo definito indicatori qualitativi e quantitativi, avvalendoci anche dello standard internazionale B Impact Assessment, e sviluppato strumenti di rilevazione ad hoc per monitorarne l’evoluzione nel tempo.
Per noi, valutare l’impatto significa non solo dimostrare i risultati raggiunti, ma soprattutto attivare un processo di miglioramento continuo, per rendere ogni giorno più solida e significativa la nostra proposta di valore.
Vuoi scoprire come è strutturata una relazione di impatto?
Scarica la relazione di impatto di Up2You