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Come l’e-commerce sta modificando il mondo degli acquisti
Spesso si pensa all’e-commerce come a un problema ambientale, associandolo immediatamente a un eccesso di imballaggi, a furgoni che aumentano il traffico in città e a un modello di consumo che stimola acquisti rapidi e poco consapevoli.
Se gestito in modo consapevole, il mondo degli acquisti online può però offrire vantaggi reali e contribuire alla riduzione delle emissioni.
La ricerca “L’Impatto Ambientale delle consegne e-commerce”, realizzata da Netcomm in collaborazione con il Politecnico di Milano, evidenzia come un acquisto online, se consegnato o ritirato con modalità ottimizzate, possa generare fino al 75% in meno di emissioni rispetto allo shopping in negozio fisico.
Vediamo alcuni esempi.
Lo studio mostra come nelle città le emissioni generate dall’acquisto tradizionale (cliente che va al negozio + mantenimento del punto vendita) possono arrivare fino a 3,39 kg di CO₂ per pacco, con circa il 90 % di queste emissioni attribuibili agli spostamenti del cliente e al mantenimento del negozio stesso.
In scenari analoghi, la consegna con home delivery per lo stesso prodotto può avere un impatto molto minore: per l’editoria, ad esempio, in ambito urbano si passa da 2,81 kg CO₂ (acquisto in negozio con viaggio dedicato) a 0,22 kg CO₂ in modalità home delivery.
In territori meno densi, la differenza si attenua, ma l’e-commerce continua a essere in genere più favorevole: ad esempio, nelle province di Viterbo e Rieti, prese in considerazione dallo studio di Netcomm, le emissioni per acquisto offline si attestano a 2,96 kg CO₂ contro 0,64 kg CO₂ per la consegna domestica.
Ciò che è ancora più interessante è che la modalità di ritiro in punto convenzionato, come locker, negozio o edicola, risultano come le più efficaci in termini ambientali, permettendo di ridurre la carbon footprint fino a 10 volte rispetto al canale offline e fino a 3 volte rispetto all’home delivery.
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Le 3 sfide chiave del settore e-commerce
Se è vero che l’e-commerce può avere un’impronta ecologica più bassa rispetto allo shopping tradizionale, non si possono ignorare tre nodi critici che ancora oggi ne frenano il potenziale di sostenibilità: packaging, resi e logistica. Sono questi i fronti su cui si gioca la sfida per rendere il commercio digitale davvero sostenibile.
Vediamo in dettaglio questi tre aspetti e le sfide che comportano.
1. Packaging
Uno dei principali punti dolenti dell’e-commerce è l’uso eccessivo di materiali per il confezionamento. Scatole sovradimensionate, pluriball, nastri e riempitivi finiscono per moltiplicare i rifiuti.
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, il packaging è la voce che più contribuisce al volume complessivo dei rifiuti urbani, con una crescita costante spinta proprio dall’aumento degli acquisti online.
Ogni anno, a livello globale, si stima che oltre 3 miliardi di alberi vengano abbattuti per produrre cartone da imballaggio e che la plastica degli imballaggi raggiunga decine di milioni di tonnellate, gran parte delle quali non viene riciclata.
2. Resi
L’altra grande criticità è la gestione dei resi. Nel settore e-commerce, la percentuale di prodotti restituiti è molto varia e va dallo 0,5% per un libro fino addirittura al 30% per prodotti del settore moda.
Questo significa che milioni di articoli viaggiano due volte, andata e ritorno, con un impatto notevole in termini di emissioni di CO₂, carburante consumato e imballaggi aggiuntivi. In molti casi, i prodotti restituiti non tornano neanche sugli scaffali: vengono smaltiti, distrutti o destinati a mercati secondari, amplificando gli sprechi e le emissioni collegate.
3. Logistica
La consegna al cliente finale è il passaggio più critico. Si stima che più del 30% delle emissioni legate all’e-commerce derivi proprio dal trasporto, e in particolare dall’ultimo miglio.
La pressione a garantire spedizioni sempre più rapide (next-day o addirittura in giornata) aumenta la frammentazione delle consegne e riduce l’efficienza dei percorsi, con furgoni spesso semivuoti che percorrono tratte urbane. Secondo proiezioni McKinsey, entro il 2030 il numero di veicoli dedicati alle consegne urbane potrebbe crescere del 36%, con un aumento previsto del 32% delle emissioni di CO₂ e del 21% della congestione del traffico nelle città.

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Come promuovere la sostenibilità nell’e-commerce
Se packaging, resi e logistica rappresentano le sfide più complesse dell’e-commerce, è proprio da qui che passa l’occasione per ripensare il settore in chiave più efficiente.
Ridurre l’impatto degli imballaggi significa agire sia sulla quantità che sulla qualità dei materiali. Le aziende possono adottare scatole su misura e imballaggi flessibili che eliminino lo spazio vuoto, diminuendo così l’uso di cartone e materiale di riempimento.
Parallelamente, la scelta di materiali riciclati, riciclabili o compostabili (come bioplastiche o cartoni certificati FSC) consente di abbattere l’impronta di CO₂ associata alla produzione. Un ulteriore passo avanti è rappresentato dagli imballaggi riutilizzabili: soluzioni “returnable packaging” che i clienti possono restituire e che vengono sanificate e rimesse in circolo, riducendo drasticamente i rifiuti.
Passando ai resi, gestirli in chiave sostenibile significa prima di tutto prevenirli.
Migliorare la qualità delle informazioni sui prodotti, con foto realistiche, descrizioni dettagliate, guide alle taglie interattive o persino strumenti di realtà aumentata, aiuta a ridurre gli acquisti impulsivi e, di conseguenza, il tasso di restituzioni.
Le aziende possono poi incentivare comportamenti più responsabili introducendo politiche di reso che educano il consumatore, ad esempio:
- promuovere opzioni di “reso raggruppato”;
- offrire tempi più flessibili per evitare spedizioni multiple;
- favorire soluzioni digitali che rendano il processo più trasparente e meno impattante.
Dal lato logistico, una strategia di reverse logistics efficiente permette di immettere nuovamente in modo rapido i prodotti restituiti nel ciclo di vendita, riducendo sprechi e impatti ambientali. Inoltre, alcuni player stanno già sperimentando piattaforme second-hand integrate, dando nuova vita agli articoli che altrimenti verrebbero smaltiti e trasformando un costo ambientale in una nuova opportunità di business.
La sfida più grande per l’e-commerce è però cercare di rendere efficiente il momento della consegna finale, il cosiddetto ultimo miglio.
Qui le aziende hanno a disposizione diverse soluzioni concrete, che vanno dalla tecnologia alla riorganizzazione dei flussi logistici.
Vediamo alcuni esempi.
- Flotte a basso impatto: veicoli elettrici, cargo bike e, in prospettiva, droni per le aree urbane più congestionate.
- Ottimizzazione dei percorsi: utilizzo di algoritmi e sistemi digitali per pianificare le consegne in modo più efficiente, riducendo viaggi a vuoto e tratte non necessarie.
- Punti di ritiro (locker, edicole, negozi convenzionati): un’opzione che riduce i viaggi individuali e concentra le spedizioni, con un notevole abbattimento delle emissioni.
- City logistics: introduzione di micro-hub cittadini e magazzini decentralizzati per accorciare le distanze, ridurre la congestione del traffico e migliorare l’efficienza complessiva.
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I 5 vantaggi per le aziende che puntano su un e-commerce sostenibile
Adottare pratiche più sostenibili non è solo una scelta etica: per le aziende che operano nel settore e-commerce può diventare un vero vantaggio competitivo. Ecco 5 motivi chiave per cui investire nella sostenibilità conviene.
1. Reputazione e brand value
Sempre più consumatori scelgono aziende attente alle tematiche di sostenibilità. Promuovere un e-commerce consapevole rafforza la reputazione, genera fiducia e consolida la relazione con clienti che si identificano con i valori aziendali.
2. Fidelizzazione e customer loyalty
Le politiche ambientali non attraggono solo nuovi clienti, ma aumentano anche la fedeltà di quelli già acquisiti. Un consumatore che percepisce coerenza tra i propri valori e quelli del brand è più incline a riacquistare, a perdonare eventuali errori e a diventare ambasciatore spontaneo del marchio.
3. Efficienza e riduzione dei costi
Ottimizzare packaging, logistica e gestione dei resi significa ridurre sprechi di materiale, consumi energetici e costi di trasporto.
4. Accesso a incentivi e finanziamenti ESG
Molti bandi nazionali ed europei premiano le aziende che integrano pratiche sostenibili nei propri processi. L’e-commerce che dimostra di ridurre la propria carbon footprint può accedere più facilmente a fondi, finanziamenti agevolati e partnership strategiche.
5. Vantaggio competitivo e differenziazione
In un mercato affollato, distinguersi è fondamentale. Offrire opzioni di consegna a basse emissioni, packaging riutilizzabili o sistemi di reso responsabili non è solo un plus, ma un elemento distintivo che può attrarre nuovi segmenti di mercato, in particolare le generazioni più giovani, da sempre più sensibili ai temi ESG.