Zero CO2: è davvero possibile raggiungere questo obiettivo?

È possibile emettere zero CO2? Può un’azienda avere un “impatto zero” sull’ambiente? Come si sceglie un percorso di sostenibilità ambientale valido? Facciamo chiarezza.
In questo articolo
Cosa significa impatto zero?
Perché è impossibile emettere zero CO2‍
Zero CO2: occhio alle false soluzioni
Come distinguere un percorso di sostenibilità serio, da uno che potrebbe rivelarsi dannoso per la tua azienda
Piantare alberi può definirsi una soluzione reale per un’azienda che vuole ridurre il proprio impatto ambientale?
Cosa fare per ridurre realmente le emissioni di CO2 della tua azienda
Zero CO2: l'impatto zero è possibile?
Scritto da
Niccolò Crippa
Aggiornato al
16.10.2024

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Cosa significa impatto zero?


Partiamo da un presupposto: qualsiasi attività prodotta dall’uomo produce emissioni e, di conseguenza, un impatto sull’ambiente.

Letteralmente il termine “impatto zero” indica una situazione in cui non si ha alcuna emissione di CO2 eq. Come vedremo tra poco, però, è impossibile per un’azienda, e in generale per chiunque, produrre zero emissioni di gas serra.

Spesso, troppo spesso, leggiamo o sentiamo claim di aziende che sostengono di avere un impatto zero sull’ambiente o che i loro prodotti non emettono CO2, ingannando i consumatori e facendo greenwashing.

Termini come zero CO2, emissioni zero, zero emission, impatto zero, impatto ambientale nullo, ecc. vengono utilizzati erroneamente per indicare prodotti, servizi, o processi, le cui emissioni sono basse o, più semplicemente, sono state compensate. Il che è ben diverso dall’avere un impatto nullo.

Cosa significa “compensare”?

La compensazione delle emissioni, o carbon offsetting, è l’attività che permette di bilanciare il proprio impatto sul riscaldamento globale, supportando azioni in grado di evitare, ridurre, o rimuovere le emissioni di gas serra in atmosfera.

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Perché è impossibile emettere zero CO2


La produzione di energia, il trasporto, l'agricoltura e l'industria richiedono l'uso di risorse naturali e la produzione di emissioni di gas serra come inevitabile effetto collaterale. Non solo, anche le attività quotidiane delle persone, come il consumo di cibo e persino la respirazione, hanno un impatto sull'ambiente.

In pratica, qualsiasi attività umana produce emissioni di gas serra. Basterebbe questo per comprendere come un impatto nullo sul pianeta sia effettivamente impossibile, ma non è tutto.

Si potrebbe pensare che gli enormi passi in avanti nella tecnologia possano portare a nuove soluzioni per risolvere il problema del cambiamento climatico; in effetti, già oggi stiamo avendo un assaggio di soluzioni davvero efficaci, come i DACC (Direct Air Carbon Capture), una tecnologia di cattura della CO2 che prevede la rimozione del gas serra direttamente dall'aria.

Nonostante l’utilizzo di queste nuove tecnologie rappresenti un’ottima soluzione nella lotta al cambiamento climatico, non è comunque sufficiente per poter pensare di arrivare a un impatto zero sul pianeta, non solo per i costi, ma anche perché la produzione stessa di questi macchinari produce emissioni di gas serra.

Zero CO2: DACC per la rimozione di CO2

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Zero CO2: occhio alle false soluzioni

Con la crescita dell’interesse dei consumatori nei confronti della sostenibilità ambientale, e con l’aumento delle restrizioni sulle emissioni aziendali, è cresciuta anche la richiesta delle aziende di soluzioni in grado di aiutarle a ridurre il proprio impatto ambientale.

L’aumento della domanda ha portato inevitabilmente anche a un aumento di soluzioni per intraprendere percorsi di sostenibilità, non sempre certificate, e da cui è meglio tenersi alla larga, se non si vogliono rischiare accuse di greenwashing.

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Come distinguere un percorso di sostenibilità serio, da uno che potrebbe rivelarsi dannoso per la tua azienda


Esistono diversi standard e norme per la regolamentazione dei percorsi di sostenibilità, come per esempio:

  • il GHG Protocol, lo standard più seguito a livello mondiale per il calcolo delle emissioni delle aziende;

  • Verra e Gold Standard, che rappresentano i principali standard internazionali per la verifica e la certificazione dei progetti di compensazione;

  • le norme ISO, come la ISO 14064 e la ISO 14067, che definiscono come deve essere strutturata e svolta la valutazione del contributo al cambiamento climatico di un’organizzazione o un prodotto.

Proprio per garantire che i consumatori abbiano a disposizione informazioni affidabili, comparabili e verificabili, la Commissione europea ha integrato  la Green Claims Directive alla strategia di sviluppo adottata nel 2019, in modo da stabilire i requisiti applicabili alle aziende che operano sul mercato dell’Unione. 

In poche parole, quando cerchi una soluzione per iniziare un percorso di sostenibilità ambientale, è importante verificare che abbia delle certificazioni e che segua i giusti standard internazionali.

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Piantare alberi può definirsi una soluzione reale per un’azienda che vuole ridurre il proprio impatto ambientale?

La risposta è no, ma cerchiamo di capire perché.

Piantare un albero, di per sé, non è una cattiva iniziativa, ma non va confusa con la compensazione: si tratta di azioni del tutto differenti!

  • Piantare un albero prevede soprattutto un gesto simbolico, con grande potenza evocativa ed emotiva, che fa credere a chi lo compie che il suo consumo di CO₂ venga in qualche modo bilanciato da una buona azione.

  • La compensazione invece, si basa su calcoli e unità di misura della CO₂ ben precisi, e si fa solo con progetti certificati, creati al solo scopo di catturare o non emettere CO₂.

Quindi, non stiamo dicendo che piantare alberi sia un’azione negativa in assoluto, ma bisogna seguire linee guida ben precise: farlo senza seguire degli standard basati su un approccio scientifico, è ben diverso dall’offsetting e aumenta di molto il rischio di venire accusati di greenwashing.

Vuoi approfondire l’argomento? Leggi il nostro articolo dedicato al tree-planting.

Impatto zero: piantare alberi va bene?

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Cosa fare per ridurre realmente le emissioni di CO2 della tua azienda


Un percorso di sostenibilità ambientale serio prevede 4 step:

  1. calcolo delle emissioni di CO2 eq dell’azienda;
  2. strategia di riduzione delle emissioni;
  3. compensazione delle emissioni non riducibili tramite progetti certificati;
  4. comunicazione dei risultati ottenuti.

Per evitare di fare greenwashing, è importante che l’azienda comunichi le proprie azioni solo al termine del percorso di sostenibilità, dopo aver compiuto delle azioni concrete in favore dell’ambiente.

Calcolo delle emissioni di CO2 dell’azienda

Consiste nella realizzazione di una raccolta dati e di un’analisi per stimare le emissioni di gas serra, per poi effettuare un report con una sintesi dei risultati e l’approccio utilizzato.

Per essere adeguato deve:

  • attenersi agli standard internazionali (GHG Protocol);
  • essere verificabile da enti terzi.

Riduzione delle emissioni di CO2 dell’azienda

Si definiscono gli obiettivi in base a caratteristiche aziendali, settore, trend di crescita e piano di investimenti, per poi individuare le strategie di riduzione e di efficientamento per allineare l’azienda ai target previsti dalle Nazioni Unite nell’accordo di Parigi, come l’obiettivo Net Zero.

La strategia di decarbonizzazione deve avere un target trasparente, credibile e raggiungibile in un tempo definito.

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Compensazione delle emissioni non riducibili

La compensazione delle emissioni è parte fondamentale della soluzione al cambiamento climatico. Avviene attraverso il supporto di progetti certificati che hanno lo scopo di catturare o non emettere CO2.

Esistono diversi tipi di progetti di compensazione: 

  • nature based, come i progetti di riforestazione o di protezione delle foreste;
  • technology based, che valorizzano l’uso della tecnologia per generare benefici sull’ambiente, come l’utilizzo di energie rinnovabili.

Comunicazione dei risultati sostenibili

Quest’ultimo, come abbiamo visto, è un passaggio particolarmente delicato della climate journey: potresti sottovalutarne l’importanza, rischiando di trattare la questione con leggerezza, facendo una comunicazione errata e rischiando di commettere greenwashing; oppure potresti decidere di non comunicare affatto i risultati ottenuti,  perché ne sottovaluti i vantaggi o per la paura di commettere errori che potrebbero portare a delle sanzioni (in questo caso si parla di greenhushing).

In effetti, la comunicazione nel campo della sostenibilità ambientale può essere complicata, senza il supporto di una persona esperta e senza asset adeguati.

Noi di Up2You accompagniamo le aziende lungo tutto il percorso di decarbonizzazione, dal calcolo alla comunicazione, fornendo soluzioni certificate e su misura, per raggiungere gli obiettivi richiesti.

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